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Le sculture che Peter Demetz (Bolzano, 1969) presenta in questo volume, realizzato in occasione di una mostra ospitata a Roma, sono uno sviluppo ulteriore del suo pensiero elegantissimo, della sua tecnica ineccepibile. Figure che nascono e vivono nel legno, ma risuonano dei colori e della luce, del sole e della neve, dei vestiti e dell'acqua. Sono figure sospese tra un'esistenza reale e un mondo astratto, attaccatissime alla vita che rivelano, fatta di un nulla che l'artista riesce a fermare, da un unico pezzo di legno. Il novecento ha visto i Teatrini di Arturo Martini e i Teatrini di Fausto Melotti, piccoli scenari contratti dove la vita appare secondo le misure volute dall'artista. Questi nuovi teatrini di Peter Demetz concentrano un miracolo di qualità artigianale e il sogno di uno spazio - una sorta di infinito magico - dove queste piccole persone toccano un cielo, un sogno, un luogo privo dei limiti che necessariamente le contiene. Con un testo critico di Beatrice Buscaroli.